A cura di tiziano rossetto
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ARTESENZAREGOLE
a cura di Tiziano Rossetto
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Gian Giorgio Massara Un'ampia pubblicazione (Editorial Designer System) è dedicata a Ettore Della Savina, il pittore al quale prestano attenzione critici, scrittori e registi. I testi che accompagnano le oltre cento immagini sono di Renuccio Boscolo (esperto nello studio delle "Centurie") e Ito De Rolandis che scrive: "(D.S.) percorre tutte le frontiere dell'arte, ingiustamente tralasciato, anche se sempre stimato e valutato". Inoltre, le massime di Isaac Asimov e Douglas Adams. La prima parte della pubblicazione abbraccia oltre settanta opere in foggia di cerchio con improvvisi segni, stagliati sino al limite della tela oppure destinati a invadere anche la forma quadrata del supporto. Il titolo è unico: "Mondi delle lontane galassie" e i cerchi campeggiano talvolta su fiammeggianti sfondi o nebulosi aranciati. La seconda serie è ispirata al Mondo ufologico con forme rettangolari campite su sfondi cromaticamente uniformi; qui il segno diviene aggressivo, tracciato d'impeto per annullarsi infine di fronte a maschere, sguardi e fantasie. L'ultima sezione è dedicata alle Abitazioni - prive di voci - delle quali esiste a volte solo la cuspide del tetto, astratte case che sembrano respirare in siderali spazi. Allievo di Pontecorvo - al pari di Mariell Guglielminetti e Pippo Ciarlo - Ettore segue, per la fotografia, gli insegnamenti di Chomon e Moncalvo; esordisce nel 1961, magico momento per la nostra città, lasciandoci gli album sui vari paesi del Piemonte. Dieci anni più tardi insegna presso la Scuola Superiore di Giornalismo divenendo così nostro collega; attualmente tiene Corsi di Pittura presso L'U.N.I. Tre. Ettore è un artista coraggioso che ha attraversato modi e mode di dipingere perseguendo un proprio discorso; convinto - oggi tuffato nel Cosmo - realizza un modo di fare pittura che sarebbe piaciuto a Italo Calvino che gli ha dedicato un saggio. E. DELLA SAVINA - Mondi delle lontane galassie, VI
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Gian Giorgio Massara Sino all'undici ottobre presso la Fondazione Accorsi-Ometto è in corso la mostra curata da Bruto Pomodoro e Giuliana Godio dedicata alla presenza di sei scultori del Novecento; il cortile dello storico palazzo già ha ospitato le opere di Gio Pomodoro e Luisa Valentini, autore dell'installazione Wehmut-Melancolia. In autunno si assisterà poi all'inaugurazione della mostra dedicata a Carlo Bossoli, il disinvolto autore studiato a suo tempo da Ada Peyrot. Il Mercurio di Arman - lo scultore che assembla e rende poetici brandelli di storia - è un'opera bronzea di gran pregio; raggiunge oltre due metri di altezza e racchiude in sé sogni e memorie. Oltre le paratie ideate da Diego Giachello (Officina delle Idee) il Sole deposto di Pomodoro, bronzo di memoria futurista, si contrappone all'Asteroide (2017) di Riccardo Cordero, in lucente acciaio inox patinato, opera che ben s'inquadra nella produzione dello scultore torinese - presente alla Biennale del 1978 e docente presso l'Accademia Albertina - che ama disegnare nello spazio simboli, forme e segni. Inutile ripetere il successo sempre riscosso dal sassone Mitorai, altresì scenografo all'Arena di Verona, il cui bronzo Luci di Nara pietrificata fa capolino fra simboliche arcate sulla copertina del raffinato catalogo che accompagna l'esposizione; accanto, il gigantesco bronzo Ikaro alato che, assommando passato e presente, pare meditare sul futuro dell'umanità. Fra tante opere in metalli ecco apparire la Cavalcata interrotta (terracotta, 1990) di Paolo Borghi: la scultura, ospitata sotto il portico che delimita il cortile, fra antichi marmi, sottolinea il significato della produzione di un artista formatosi all'Accademia di Brera che nel 2018 ha presentato al Vittoriale di Gardone la terracotta "Al termine dell'Adolescenza". Quattro sono le opere realizzate da Ivan Theimer - scultore d'origine ceca - dalla classica Medusa a un Tobiolo desunto da storiche citazioni, alla complessa opera bronzea Tartaruga con montagna; la fantasia creativa dell'autore si rivela infine in Obelisco (1993) scultura che obbliga il visitatore alla ricerca e alla rilettura di umani particolari. Di Thiemer, per ben due volte presente a Venezia (Biennale e Palazzo Grassi), piace ricordare l'esposizione "in grandi spazi aperti" lungo l'autostrada fra Nantes e Niort. La mostra che la Fondazione propone (direttore Luca Mana che ha presentato di recente la mostra Montagne a Usseglio) è un tangibile segno di rinascita dopo la pausa forzata per tutti gli italiani; un modo anche per ribadire che il figurativo e il mondo dell'astrazione seguono cammini paralleli ma non intenzionalmente contrapposti. Il mondo delle arti figurative è immenso, da sempre pronto ad accogliere chi veramente ha un "messaggio" da trasmettere. ARMAN - Mercurio - anni '80 - bronzo patinato
Gian Giorgio Massara Alina de Salvador è un'anziana signora che abita in una zona "in" di Torino; quando ci riceve, i suoi occhi brillano nel ricordo del passato - presenze, affetti, memorie, immagini frammiste all'arte - e con giovanile disinvoltura ci racconta dell'ultimo disegno realizzato ritornando con il pensiero alla Mostra Personale che era stata per lei organizzata - alcuni anni or sono - presso il Circolo Ufficiali di Torino. Una rassegna completa, nella quale s'alternavano i paesaggi, le composizioni, bozzetti e figure. Abbiamo sul nostro tavolo di lavoro tre opere della de Salvador: una Natura morta con frutti cromaticamente vivaci, la veduta del monumento principe del Piemonte, uno scomposto filare di alberi. La Sacra di San Michele s'erge con prepotenza oltre una curva della strada delimitata da azzurri parapetti, alle cui spalle l'autunno indora le chiome degli alberi. Con tratto veloce, la de Salvador realizza l'intero complesso abbaziale e la torre ormai divenuta mitica, proiettando le costruzioni oltre un cielo intensamente verde anzichè blu. Utilizzando la tecnica della spatola - di getto - Alina pone invece in un paesaggio verdazzurro un Filare di alberi, spogli e scuri, interrotti dalla presenza di un tronco bianco a fare da contrappunto cromatico alla "veduta". La nostra amica conserva i cataloghi delle proprie mostre e molto materiale dipinto oppure disegnato. Perchè non realizzare allora una monografia che rimanga nelle biblioteche, presso i collezionisti, nei torinesi luoghi di cultura? (1) Per ora, l'augurio di nuovamente incontrarci - e in buona salute - alle soglie del prossimo inverno. (1) Importante la mostra curata da Angelo Mistrangelo nel 2005 patrocinata dalla Regione Piemonte: "Immagini che appartengono a un cammino riservato, appartato ( ... )".
M. FALLETTI DI VILLAFALLETTO Il coraggio di amare Firenze, 2020 Gian Giorgio Massara Marcello Falletti ha dato alle stampe il breve romanzo IL CORAGGIO DI AMARE. Poeta, saggista, storico di araldica ha pubblicato di recente la storia dei Savoia-Acaja in Piemonte, La presenza delle donne, Un salotto per gli amici ( i marchesi di Barolo ), Davvero costui era figlio di Dio! La prefazione al romanzo è dovuta a Tiziana Caputo che nel 2009 ha pubblicato l'opera "Il ruolo della donna nella chiesa". Dedicato "a tutti gli innamorati del mondo", "Il coraggio di amare" narra la storia di Margherita e Andrea, delle loro famiglie, la vita che trascorre serena sino al momento in cui Andrea subisce un grave incidente che spegne la voglia di vivere in tutti. Quasi in prima persona, l'autore descrive i momenti - lunghi e sofferti - della malattia, il lieve recupero, la presenza dello zio Valerio, scapolo impenitente, il senso patriarcale di una delle due famiglie. Ma fra le pagine dolorose, che vedono una Margherita forte e battagliera, ecco la serena descrizione di paesaggio: "Le alte vette ancora innevate facevano da sfondo alle valli lussureggianti di un verde intenso e disseminate di mille colori dei diversi fiori alpini ( ... )" Poi le rocce che brillano di abbacinante luce, il vento che narra antiche storie celate, gli alberi possenti come torri.
Qui Andrea ritrova Margherita e i giovani vivono un attimo di passione, di abbracci: fra i monti, la promessa di rimanere insieme per sempre. S'è detto dello zio Valerio che scompare lasciando un bimbo solo, completamente solo. Quali pensieri attraversano la mente di Margherita e Andrea lo scoprirà il lettore. Un romanzo che corre pagina dopo pagina e che attira l'attenzione; righe incentrate tutte sul significato della parola Amore. Gian Giorgio Massara Mentre l’artista DAVID DATUNA addenta tranquillamente la BANANA-OPERA D'ARTE indubbiamente più cara del mondo (scoop ?), c'è uno scultore piemontese - LUIGI STOISA - che dimostra come su di un foglio di carta spolvero si possano adagiare volti infantili d'innegabile dolcezza, ritratti, immagini e "urla" velocemente ben disegnati con il carboncino. Ma Stoisa - che pone spesso "al centro della scena il catrame" - è scultore, per cui una serie di piccole "colonne" in metallo si concludono con un volto, un'espressione, un ritratto; immagini modellate dunque. La rassegna è ospitata presso la Biasutti & Biasutti di Torino (v. Bonafous 7/L) ed è accompagnata da un testo critico di Giuseppe Biasutti che sottolinea come lo scultore sia ritornato nell'Accademia ove s'era formato per esporre nel 2001, quindi a palazzo Chiablese, alla Reggia di Venaria; naturalmente numerose le esposizioni, dalla Fundaciòn J. Mirò di Barcellona al Pucci di Prato, al complesso di San Michele di Ripa Grande (2004, Roma). Parte di questa mostra si era già ammirata in occasione dell'esposizione torinese organizzata nella cripta di S. Michele Arcangelo ove i fogli, "volutamente" stropicciati e abbandonati a terra, erano coperti di cenere; le sculture erano purtroppo esposte in modo suggestivo ma fisicamente troppo lontane dal visitatore. Come scrive l'estensore del catalogo, si tratta di "un dialogo tra i ritratti sulla carta e la tridimensionalità dei corpi dal pregevole tocco pittorico". LUIGI STOISA, Senza titolo, 2019, catramina, carbone e terra su carta
Gian Giorgio Massara Maurizia Cavallero - medico ma anche studiosa di arti figurative - ha pubblicato un nuovo libro di ben 160 pagine invitandoci a scoprire la TORINO DEGLI ARTISTI (Ed. Yume, €15,00). Con attenzione e non poca fatica, l'autore è andato alla ricerca delle abitazioni di molti maestri vissuti fra Otto e Novecento, Soffitta Macabra compresa, e ha considerato le Gallerie che ha via via visitato, da Palbert, specializzato inizialmente in opere d'arte antica, alla rivoluzionaria Stein, da Davico ove si era accolti sempre con amicizia alla Berman diretta con un certo piglio da Giuliana Godio. Quindi le più recenti: don Chisciotte, Mazzoleni, Peola, Senso del Segno. Accanto alle gallerie, ecco comparire i nomi di autori e di critici che ci hanno preceduto, da Emilio Zanzi a Persico e Lionello Venturi; fra gli autori, Felice e Francesco Casorati, Ezio Gribaudo, Adriano Sicbaldi (a quando una Retrospettiva ?) Mario Giansone e Calandri - innamorato sempre dei "Cortili" - sino a Riccardo Chicco, Molinari, Francesco Tabusso e Marco Gastini. Leggere il libro significa spesso ritrovarsi tuffati nel passato e accomodarci in una trattoria frequentata da Fillia, Balla e Ugo Pozzo: "1931: La sera dell' 8 marzo inaugurazione del Santopalato. La data è improrogabile. Vi sarà tutto il mondo elegante e giornalistico. Ne parleranno tutti i giornali d'Italia ed estero. La data rimarrà nella storia... come la scoperta del- l'America, il Congresso di Trento, la pace di Vienna..." Di futurismo s'è parlato a lungo dopo quell' 8 marzo e non senza polemiche. Impossibile citare tutti i nomi indicati da Maurizia: un libro accattivante che può diventare una strenna e che invita a visitare Torino, la città "più enigmatica di tutto il mondo" come annotava Giorgio De Chirico. Manifesto futurista
Gian Giorgio Massara La casa d'aste Della Rocca (Torino, via Della Rocca 33) ha pubblicato un ricco catalogo che consente di ammirare cineserie, tappeti, dipinti, arredi, porcellane, argenti e anche curiosità come la Fontana lavamani in latta del secolo XVIII oppure il modello (brevettato e depositato) “Fiat 1908” che ci si può aggiudicare per 4.500.00 euro. Alcune opere provengono direttamente dalle vendite effettuate a suo tempo da Pietro Accorsi, il re degli antiquari: si tratta di sette pannelli con ”Scene di villaggio” (Francia, sec. XVIII, 18.000.00 euro) e di un tavolino da lavoro ad "abattant" di ottima ebanisteria piemontese che vale 12.000.00 euro. Per chi ama i tappeti occorre guardare al raro pezzo Koum Kapi, in seta, (Turchia, 9.000.00 euro) mentre notevole è la porcellana cinese, Famiglia rosa (Coppia di vasi) di grande dimensione e dalla gradevole decorazione; altrettanto interessante il "cofanetto" in cristallo Carlo X che sarebbe certamente piaciuto ad Accorsi giacché era appassionato collezionista dei Baccarat. Fra gli arredi spicca il "Comò" arricchito da bronzi e marmi (Léonard Boudin, 1735-1804) che vale 30.000.00 euro oppure il cassettone a tre cassetti di Thomas Hacke (+1747) in legno di amaranto e avorio, ricchissimo nella decorazione. Fra i dipinti vicini a noi nel tempo interessanti sono l'opera "notturna" "Natura morta con uova" di Enrico Colombotto Rosso del 1960, le naturalistiche e splendidamente dipinte "Galline" di Giovanni Guarlotti, la serena veduta veneziana di G. Battista Carpanetto, l'"Autoritratto" fra le ninfe di Tabusso che vale 10.000.00 euro. Come sempre, intima e raccolta la "Processione" di Italo Mus e luminoso il "Lago di Candia" di Giuseppe Camino. Ma veniamo a questo caldo luglio 2019 poiché due mostre sono state appena inaugurate. Gli Amici della chiesa di San Rocco a Condove ospitano la Personale di Lia Laterza, pittrice che abbiamo avuto modo di recente di ammirare a Bene Vagienna in occasione della mostra organizzata dalla Promotrice delle Belle Arti di Torino. Sensibile alla luce, Lia coglie la poesia realizzando dipinti con poveri oggetti e fiori che l'artista sublima. Ad Acqui Terme (palazzo Lomellini) è in corso invece la rassegna "Maestri contemporanei - Grafica a confronto". Adriano Benzi e Rosalba Dolermo hanno raccolto le opere di sessanta artisti; spiccano "Le malelingue" (acquatinta) di Carol Rama, il malinconico "Mimo Marceau" (acquaforte) di Mario Calandri, la litografia a colori "Le feu vert 4" di Wifredo Lam (1974), autore del quale ci eravamo occupati ai tempi di "Borsa d'arte"; bellissimo il cavaliere metafisico che è appena uscito dal castello incantato per ammirare una falce di luna, foglio realizzato da Giorgio De Chirico, unitamente a un "Colloquio segreto". C. BOSSOLI, Campione d'italia, 1861 (già galleria Berman)
Gian Giorgio Massara Cristina Giudice insegna Storia dell'arte Contemporanea all'Accademia Albertina; accanto a Lei, un docente, Giuseppe Leonardi, che segue un gruppo di studenti legati - pur con percorsi differenti - al Collettivo NONAME. Ora nelle sedi dell'Accademia e del Circolo Artisti s'è inaugurata la mostra "Intrecci ambientali" con 17 presenze. Si può dire che i modi espressivi siano tutti presenti poiché gli artisti hanno utilizzato le tecniche dell'olio, dell'acquerello, la Tecnica mista, televisori e brandelli di plastica, manichini, cellulari; finanche verdi parrocchetti. Né manca la poesia allorché le opere di Delia Gianti sono accompagnate dalle parole di Daisaku Ikeda: Nella profondità del mare si cela una vasta sorgente dalla cui purezza non cessa mai di sgorgare acqua... musica dolce e prodigiosa, scorre dal tempo senza inizio. Molto belle sono le opere a olio di Dede Varetto che tutto concentra in uno sguardo e sulla presenza dell'Ecce Homo. Salendo dalle cantine del Circolo agli spazi dell'Accademia, il visitatore incontra l'installazione Narciso alla foce (fotografia e un oggetto storicamente un po' scontato), dipinti su seta inneggianti al "Pianeta acqua", un'immagine avvolta nel muschio, fiammeggianti fili che idealmente collegano varie componenti dell'universo; infine un autore che si pone l'interrogativo: "Spazzatura o opera d'arte?". Gli autori, che hanno creato anche i propri testi di accompagnamento alle opere, sono: Cinzia Amanti, Simone Gravina, Elisa Bagna (con un'opera un tantino osè), Beatriz Basso, Simona De Palo, Delia Gianti, Bahar Heidarzade, Annalisa Pascai Saiu, Alessandro Fara, Elena Radovix, Valentina Rotundo Serra, Livio Soffietti, Dede Varetto, Federica Verlato, Edoardo Kucich, Gabriele Guareschi, Wasp Crew, Andrea Zanninello. La prefazione è dovuta a Paola Gribaudo, Presidente dell'Accademia e al Direttore Salvo Bitonti; catalogo Albertina Press. E. Radovix, Metà fisica e metà no. (Fotografie)
Gian Giorgio Massara Sono trascorsi ventun anni dall'inaugurazione della prima Biennale riguardante le "Trame d'Autore". Nel corso di decenni, figura di spicco - creativa e infaticabile - è stata Silvana Nota, art curator indipendente, che sino al trenta Giugno "dirigerà" il susseguirsi di tutte le mostre in Piemonte legate a questo tema. Cinque le sedi espositive, dall'Accademia Albertina la cui Sala Azzurra accoglie le opere vincitrici della scorsa edizione (Alikhami Reyhanek e A. Lucia Rizzello), alla Imbiancheria del Vajro di Chieri che ospita i lavori selezionati, a Palazzo Opesso ove si registra la storia delle Trame d'Autore destinate a sfociare nella Fiber Art. Infine, Bonetto Design (Chieri) - il cui accostamento di opere d'arte e oggetti da Showroom s'identifica con il "vivere nell'arte" - e il Filatoio di Caraglio: un'atmosfera qui che abbraccia alcune ormai storiche Trame d'Autore. I Personaggi. In primis è doveroso segnalare il PREMIO ALLA CARRIERA giustamente assegnato a Paola Besana, autrice che esordisce nel 1958 accostandosi quindi a grandissimi nomi internazionali del mondo dell'arte; successivamente i vincitori ex aequo dell'attuale edizione, Bartu Basogiu (Turchia) e Nikola Filipovic (Montenegro). In più la segnalazione dovuta a Choudray Vagaram appassionato del vasto mondo della cromìa. Importante l'incontro con Giustino Caposciutti (che colleziona un nostro vecchissimo "filo d'arte") e con gli autori legati all'antica tradizione del Bandera. Piace segnalare la presenza di Valeria Scuteri la cui opera esposta significa "l'abbraccio tra un giovane vento e una terra di primavera". Un susseguirsi dunque di mostre di qualità indiscussa - individuate da una Giuria tutta al femminile - che propone nomi già conosciuti oppure di personaggi giunti da lontano, uniti dal desiderio di storicizzare il rapporto fra il mondo antico e l'arte del III millennio; importante per tutti è l'utilizzo del "medium tessile" quale esaltazione del mezzo manuale. Un recupero dovuto. Abbandonata Chieri, è d'uopo spingerci sino a Romano Canavese dove un'altra signora e collega - Marilina Di Cataldo - presenta la mostra "Donne in Liberty" (Le jardin fleuri, sino al 30 novembre), in parallelo con l'Esposizione di Pordenone ("Femme 900") e con la reggia di Venaria ove il trionfo della bellezza si chiama "Art Nouveau". Certamente l'anno 1902 ha trasformato Torino in una vetrina internazionale con l'esposizione di oggetti finalmente "seriali", destinati alle abitazioni dei nostri nonni: non meno belli dei pezzi unici, che significano una ventata di quella Belle Epoque destinata a "concludersi con la fucilazione di Mata Hari al poligono di Vincennes" (Albino Galvano). Marilina Di Cataldo ha scelto dipinti e fotografie, vasi in ceramica o peltro, disegni pubblicitari, oggetti in biscuit, al fine di trasmettere a noi - affannati viandanti dei primi vent'anni di un nuovo millennio - il senso di raffinatezza e richiesta sensualità femminile. Ci piace riportare quanto pubblicato da un'esperta attenta quale è Rossana Bossaglia a proposito dell'anno 1902: "Su tutto alitava la carola delle quattro fanciulle annodata l'una all'altra da un nastro, o sciarpa, che compone la parola ARS, nel manifesto preparato per l'esposizione da Leonardo Bistolfi." TRAMANDA: il filo fra passato e futuro
Gian Giorgio Massara Presentata da Olga Gambari s'è inaugurata a Torino presso la Pinacoteca dell'Accademia Albertina la mostra dedicata a Luigi Roccati (1906 - 1967), il pittore che si afferma anche come poeta allorchè, evocando il mondo di Cesare Pavese, scrive: "Case corrose dal tempo e dal silenzio". Roccati espone per la prima volta nel 1945 per successivamente ottenere ben due premi in occasione della Quadriennale romana; un autore attratto dall'archeologia che guarda tuttavia a Lidio Ajmone e a padre Pistarino ed è amico di Spazzapan, Tabusso e Pontecorvo. L'attuale mostra s'avvia dal grande e interessante dipinto "Donne in laguna" per quindi presentare il ritratto della moglie Marianin e "L' Autoritratto con cesto di frutta", opera bilanciata fra realtà e un personale modo di accostarsi alle correnti contemporanee. Accanto ai disegni figurano due urne etrusche provenienti dal Museo di Antichità di Torino; una di queste è di particolare interesse poiché, come scrive Francesca Restano, "il reperto parrebbe indiziare in alcuni punti la rimarchevole conservazione della policromia e dei pigmenti originali". Nel 2016 nasce l'Associazione CESARE E VIGIN ROCCATI; il figlio del pittore Cesare (1942 - 2008) ha collaborato sia con La Stampa che con la Gazzetta del Popolo ed è stato nostro Presidente all'Ordine dei Giornalisti. E' in fase di realizzazione l'Archivio che accoglierà il patrimonio artistico e letterario di Vigin Roccati; si spera possa riservare anche un significativo spazio dedicato a Cesare nel programma "I poeti non muoiono mai". LUIGI ROCCATI - Donne in laguna
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Febbraio 2024
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