A cura di tiziano rossetto
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ARTESENZAREGOLE
a cura di Tiziano Rossetto
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Gian Giorgio Massara Sino all'undici ottobre presso la Fondazione Accorsi-Ometto è in corso la mostra curata da Bruto Pomodoro e Giuliana Godio dedicata alla presenza di sei scultori del Novecento; il cortile dello storico palazzo già ha ospitato le opere di Gio Pomodoro e Luisa Valentini, autore dell'installazione Wehmut-Melancolia. In autunno si assisterà poi all'inaugurazione della mostra dedicata a Carlo Bossoli, il disinvolto autore studiato a suo tempo da Ada Peyrot. Il Mercurio di Arman - lo scultore che assembla e rende poetici brandelli di storia - è un'opera bronzea di gran pregio; raggiunge oltre due metri di altezza e racchiude in sé sogni e memorie. Oltre le paratie ideate da Diego Giachello (Officina delle Idee) il Sole deposto di Pomodoro, bronzo di memoria futurista, si contrappone all'Asteroide (2017) di Riccardo Cordero, in lucente acciaio inox patinato, opera che ben s'inquadra nella produzione dello scultore torinese - presente alla Biennale del 1978 e docente presso l'Accademia Albertina - che ama disegnare nello spazio simboli, forme e segni. Inutile ripetere il successo sempre riscosso dal sassone Mitorai, altresì scenografo all'Arena di Verona, il cui bronzo Luci di Nara pietrificata fa capolino fra simboliche arcate sulla copertina del raffinato catalogo che accompagna l'esposizione; accanto, il gigantesco bronzo Ikaro alato che, assommando passato e presente, pare meditare sul futuro dell'umanità. Fra tante opere in metalli ecco apparire la Cavalcata interrotta (terracotta, 1990) di Paolo Borghi: la scultura, ospitata sotto il portico che delimita il cortile, fra antichi marmi, sottolinea il significato della produzione di un artista formatosi all'Accademia di Brera che nel 2018 ha presentato al Vittoriale di Gardone la terracotta "Al termine dell'Adolescenza". Quattro sono le opere realizzate da Ivan Theimer - scultore d'origine ceca - dalla classica Medusa a un Tobiolo desunto da storiche citazioni, alla complessa opera bronzea Tartaruga con montagna; la fantasia creativa dell'autore si rivela infine in Obelisco (1993) scultura che obbliga il visitatore alla ricerca e alla rilettura di umani particolari. Di Thiemer, per ben due volte presente a Venezia (Biennale e Palazzo Grassi), piace ricordare l'esposizione "in grandi spazi aperti" lungo l'autostrada fra Nantes e Niort. La mostra che la Fondazione propone (direttore Luca Mana che ha presentato di recente la mostra Montagne a Usseglio) è un tangibile segno di rinascita dopo la pausa forzata per tutti gli italiani; un modo anche per ribadire che il figurativo e il mondo dell'astrazione seguono cammini paralleli ma non intenzionalmente contrapposti. Il mondo delle arti figurative è immenso, da sempre pronto ad accogliere chi veramente ha un "messaggio" da trasmettere. ARMAN - Mercurio - anni '80 - bronzo patinato
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Aprile 2023
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